venerdì 31 marzo 2017

coincidenze

il trentunomarzo non è un data qualsiasi. se andate su uichipedia ve ne potete rendere conto anche voi. ad esempio il trentunomarzo millequattrocentonovantadue ferdinando il cattolico ha firmato il decreto di espulsione degli ebrei dalla spagna; il trentunomarzo milleottocentonovantanove è sata inaugurata la torre eiffel; nel millenovecentocinquantuno la remington rand ha consegnato il primo computer agli uffici del censimento degli usa.
e via così.
un sacco di trentunomarzi, in un crescendo di eventi importanti per la storia del mondo.
fino ad arrivare al trentunomarzo millenovecentonovantasette.
il trentunomarzo millenovecentonovantasette grosso modo a quest'ora stavo chiacchierando nella hall di un albergo con alcuni parenti, fingendo una calma che non avevo e guardando insistentemente l'orologio e la porta dell'ascensore. ogni tanto chiedevo se qualcuno avesse visto mia sorella. ma nessuno l'aveva vista. dopo una mezzora di malcelata agonia mi sono avvicinato alla reception dell'hotel, ho preso il telefono ed ho composto il numero di una stanza. la voce che mi ha risposto era un mix tra lurch addams e freddy kruger. da quel "prooontoooo" strascicato con voce baritonale ho intuito che mia sorella non era proprio sveglissima.
"ciao fede"
"ciaaaaaoooooo...."
"io oggi mi sposo"
"lo soooooo..."
"tra un'ora per la precisione. si. tra un'ora mi sposo. e tu sei la mia testimone"
"occazzocazzocazzoporcocazzocheoresonolasveglialadocciaarrivocazzocazzocazzo!!!"
e così ha avuto inizio.
una giornata vissuta come in una bolla, di cui conservo moltissimi ricordi. per la verità, alcuni preferirei cancellarli, ma non si può avere tutto. mi ricordo dell'arrivo in ritardo, della giornata di sole, dei parenti e degli amici, della tensione di stare li davanti all'altare. mi ricordo il fotografo (lo possino), lo sguardo allucinato della tizia del ristorante quando le abbiamo detto che volevamo finire in fretta, mio nonno che sembrava ancora più piccolo in quel vestito e mia nonna che mi mollava degli schiaffi augurandomi tutta la felicità del mondo.
e, soprattutto, mi ricordo che la sposa rideva.
rideva durante la cerimonia, rideva durante l'orrendo servizio fotografico, rideva durante il pranzo.
rideva come rideva quella mia compagna di università che veniva a lezione usando le matite come fermacapelli.
rideva come rideva la mia amica del cuore quando dicevo qualche scemenza nelle pause di studio.
come rideva la mia ragazza quando mi prendeva in giro per la mia imbranataggine.
sono passati vent'anni da quel trentunomarzo. eppure stamattina ridevi ancora, amore mio. ridevi quando ci siamo seduti in macchina, dopo aver lasciato un metro e novanta di figlio davanti alla scuola. uno dei tre che sono spuntanti chissà come da questi vent'anni di vita assieme.
ridevi mentre facevamo colazione da macdonalds: pancakes, spremuta, cappuccio, caffè.
ridevi quando ci siamo salutati.
ridevi con la bocca e con gli occhi, di quella tua risata contagiosa che la gente si ferma ancora ad ascoltare.
spero che, di vent'anni in vent'anni, quella risata mi accompagni fino alla fine del mio tempo.
auguri amore mio.
auguri per i nostri primi vent'anni assieme.
però guarda che il meglio deve ancora arrivare.

1 commento:

Rossana ha detto...

Grazie di questo regalo. È esattamente il regalo che desideravo per i nostri primi venti anni.
Però guarda che il meglio deve ancora arrivare.
Ti amo
Elena