lunedì 30 giugno 2008

brugola



sono le 14 e 30 di domenica. ci sono 45mila gradi kelvin all'ombra, e io sono fermo in una stazione di servizio per dissetarmi un po' e togliermi qualche moscerino dai denti. si ferma una monster super-elaborata e scende uno smanettone che si avvicina con aria mesta e mi dice "scusa non avresti mica una chiave a brugola? mi si e' allentato lo specchietto..."
lo fisso negli occhi e poi faccio scivolare lo sguardo (con un'espressione da clint eastwood) verso la mia moto.
silenzio.
a questo punto in qualsiasi pellicola di hollywood il ducatista avrebbe detto "ah, gia'" fatto un dietro-front e via.
invece, nada.
visto che il mio sguardo non ha colto nel segno lo traduco in parole: "si, certo che ho la brugola. pero' ho tutte le chiavi in pollici...."
ancora silenzio.
le macchine passano con dei "vvvvuuuum" ovattati sulla strada lontana. fa caldo.
il ducatista mi fissa e domanda "scusa ma non ho capito"
"la mia moto e' americana, tutte le chiavi sono in pollici o frazione di pollici. la tua e' italiana, viti, dadi e bulloni sono tutte in millimetri. ti serve una chiave diversa".
"aaaahhhh!!!" arriva l'epifania. la rivelazione. ecco (mi dico) nella mia stramaledetta ignoranza adesso faccio pure la figura di quello che sa e che spiega.
ancora silenzio. in un film western ora ci sarebbe da qualche parte un rubinetto che perde. un "plic! plic!" a sottolineare la drammaticita' del momento. o un vecchio che suona l'armonica. e una donna impaurita trascinerebbe in casa un bimbetto ignaro che vuol vedere chi sono quei due tizi vestiti di pelle che si squadrano in cagnesco.
la tensione e' palpabile. poi tutta l'energia cristallizzata esplode in un secondo, quando il ducatista estrare il suo revolver (si fa per dire) e spara. solo che invece di un proiettile vero e' un po' come se uscisse la bandierina con scritto "bang" e l'effetto e' altrettanto comico. si perche' dalla sua bocca escono parole che mi fanno sorridere.
"allora me la presti la brugola?"
ci rinuncio e, sempre sorridendo tiro fuori gli attrezzi e glieli passo
il tizio armeggia un po' con le mie chiavi, ne prova una, poi un'altra.... mi avvicino con fare indifferente e domando "tutto ok?"
"no! non riesco a trovare la misura! sono tutte o troppo grandi o troppo piccole ma di pochissimo!"
"porco cane, ero proprio sicuro di avere tutte le chiavi che servono per tutte le moto del mondo".
"eh, invece no". vacca, con questo neache il sarcasmo funziona.

dopo aver chiesto un po' in giro rimonta in sella e riparte sconsolato, con lo specchietto destro che sembra una banderuola al vento.
e io resto li, con la mia bottiglietta d'acqua in mano, a guardarlo allontanarsi. e penso che forse c'e' anche chi e' piu' imbranato di me.
questo e' il bagaglio che porto a casa stavolta. dopo i 1.100km sotto il sole, i soliti sassi "sparati" dai soli tir, gli insetti da 3 etti (senza osso) che ti si fiondano addosso manco fossero dei kamikaze e tu una porta-aerei americana di stanza nel pacifico nel '44 e le frotte di scooteristi che vanno in autostrada a 180 con le infradito e il costume da bagno.
dopo tutto, c'e' anche chi e' piu' imbranato di me.
da non credere.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Questo è stato un bel articolo da leggere, grazie per la condivisione di essa..