mercoledì 7 gennaio 2015

la festa è finita

io adoro il natale.
adesso.
si perché va detto che il mio rapporto con questa festa ha vissuto fasi alterne.
mi spiego meglio.
tutti i bambini hanno un profondo amore per il natale e io da piccolo non facevo certo eccezione.
voglio dire: dolci, regali, feste, stare-alzati-fino-a-tardi, niente-scuola...
secondo me giusto hitler e stalin da piccoli potevano non apprezzare il natale.
è una cosa naturale e bella, come commuoversi davanti a un tramonto o vomitare ascoltando gigi d'alessio.
è un valore universale.
vista questa mia naturale predisposizione i miei genitori si sono rimboccati per bene le maniche e, con alcune mirabili applicazioni pratiche delle teorie di Ivan Pavlov sul condizionamento dei comportamenti, hanno pensato bene di sistemare la faccenda.
un esempio gioverà.
ho (circa) cinque anni. per rendere più credibile la faccenda di babbo natale, i miei genitori chiedono a un loro conoscente (successivamente arrestato per l'omicidio di 25 suore di clausura) di impersonare il simpatico nonnetto dalla barba bianca. all'ora prestabilita sentiamo bussare alla porta, i miei aprono con fare cospiratorio, accompagnando la manovra con ammiccamenti degni del migliore avanspettacolo ("e chi sarà mai a quest'ora?"... "ohibò non ci resta che aprire... io certo non aspettavo nessuno...") e ci troviamo davanti uno sconosciuto con una orrenda maschera di carnevale da vecchiaccio malefico, completa di naso bitorzoluto, nei, bocca oscenamente sdentata, mento appuntito.
di barba e abito rosso non se ne vede nemmeno l'ombra. l'abbigliamento è quanto di meno natalizio ci si possa aspettare: cappello a tesa larga, giacca verde di fustagno, pantaloni marroni, camicia a quadri.
in circa 0.19 secondi io mi giro di 180 gradi e spicco un salto che mi porta dall'ingresso di casa direttamente dietro al divano. una distanza totale di 8 metri e 92 centimetri. il record non verrà mai omologato per eccessivo vento a favore (la porta d'ingresso faceva corrente con la finestra della sala) ma la misura sarà battuta solamente da mike powell a tokio nel 1991 (8m e 95cm con vento a favore di 0,3m/s).
uscirò dal mio nascondiglio solo a notte inoltrata, dietro ripetute assicurazioni che babbo natale se ne è andato e non tornerà mai più.
ora che avete il quadro potete capire: il mio amore per il natale è frutto di una attenta e meticolosa opera di rieducazione.
ci sono voluti anni di paziente lavoro, ma alla fine ce l'ho fatta.
oggi, quindi, si è chiuso uno dei periodi dell'anno che preferisco. a casa coi nani e con mia moglie a fare la conta dei regali, delle caramelle nelle calze, dei minuti che mancano al nuovo anno, degli inviti fatti e di quelli ricevuti, evitando di contare le calorie ingurgitate.
noi in questo periodo non facciamo mai niente di speciale. niente viaggi, niente natale a rio (come boldi e de sica), niente sci, niente di niente. stiamo a casa. ci brasiamo il cervello con la tv. leggiamo montagne di libri sul divano. andiamo al cinema. prepariamo dolci. dispensiamo coccole. pisoliamo. ci facciamo prendere dalla pigrizia e dalla noia. dormiamo fino a tardi.
e quando arriva l'epifania ci facciamo sempre la stessa domanda: perché le vacanze di natale passano sempre così in fretta?
buon 2015 bella gente.

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