commiato

ci siamo conosciuti nel 1999 o nel 2000. io tornavo da un trekking in islanda e avevo bisogno di un nuovo paio di scarpe da montagna.
non c'erano ancore ne' l'euro ne' la decathlon, coi suoi smisurati supermercati sportivi, quindi comprare un paio di scarpe da montagna era un'esperienza da veri iniziati e che comportava un notevole esborso monetario, oltre ad una serie infinita di peregrinazioni tra negozi specializzati.
alla fine il commesso di uno di questi negozi me le presentò: un paio di meindl marroni, belle di un'eleganza classica che io, non ancora trentenne, faticavo ad apprezzare.
e infatti da principio non mi piacquero esteticamente. le comprai solamente per le caratteristiche tecniche. per le suole, la tenuta in discesa e in salita, la resistenza all'acqua.
col tempo e con gli anni mi ero anche reso conto di quanto fossero belle nella loro semplicità.
insieme siamo stati in un sacco di posti. alpi francesi, valle d'aosta, alpi e prealpi lombarde, dolomiti, appennino toscano, liguria. abbiamo affrontato pioggia, neve, ghiaccio, fango e terra.
abbiamo sofferto il freddo e il caldo.
le mie scarpe da montagna hanno esalato l'ultimo respiro l'altro ieri, scendendo dallo jungfrau. nell'ultimo tratto di discesa.
la cartina diceva che il percorso richiedeva circa 1 ora e 30 minuti, ma noi rischiavamo di perdere l'ultima funivia per tornare a fondovalle, e loro mi hanno portato a destinazione in poco più di 45 minuti. è stato il canto del cigno.
un po' come la bluesmobile di jake e elwood, che crolla in mille pezzi arrivata a chicago. appena siamo arrivati alla stazione, le mie scarpe si sono letteralmente aperte in due. la suola, che a inizio discesa mostrava quale leggera crepa, si è staccata di netto. sono riuscito a malapena a tornare in campeggio, toglierle e metterle a riposo vicino alla tenda.
per delle scarpe da montagna non penso ci possa essere fine più gloriosa, però confesso che dopo dodici anni assieme mi mancheranno.
trovare delle sostitute non sarà una cosa facile.