giovedì 28 giugno 2012

mille non più mille

i cambiamenti epocali ci turbano e spesso ci spaventano.
tutti gli anni, la notte di san silvestro ci troviamo a sparare botti, lanciare oggetti e fare un baccano infernale. le scuse sono tante, ma a me pare sia solo un modo per esorcizzare la paura del nuovo, di quello che non conosciamo. come se i mostri (che in realtà sono dentro di noi e non sulla nuova pagina del calendario) potessero essere scacciati dal rumore.
o se preferite pensate al millenarismo: orde di assatanati che se ne andavano in giro a profetizzare la fine del mondo solo perché si passava dal 999 d.C. al 1000 d.C.
secondo loro c'erano stati mille anni di regno dell'anticristo, quindi la fine del mondo era li dietro l'angolo.
mi pare di vederli fissi immobili davanti alla meridiana a guardare il tempo che passa... con una piccola folla radunata attorno... qualcuno sgrana un rosario...
"ora giugne, eh! cinco minuti e giugne... avete voi sentito bravi omini? lo fetido alito del dimonio? no? la tromba de lo judicio celeste? nemmanco?!? eppuro è l'ora... forse altri cinco minuti, eh..."
tra la gente che prima si guarda attorno stupita, poi inizia a rumoreggiare e improvvisamente si rende conto che regalare tutto ai poveri non è stato un grande affare dopotutto...
qualcuno ci ha provato anche con il 1999 ma, visto che non gli è andata granché bene (viviamo tempi di grande crisi di valori morali e spirituali, si sa), ha ripiegato sui bug informatici.
altra panzana.
nessun aereo caduto, nessun indice di borsa impazzito, nessuna banca che abbia improvvisamente azzerato i risparmi dei propri correntisti (per quello ci hanno messo altri 12 anni e non gli sono servite scuse).
niente di niente. il mondo non si è fermato. tutto è filato liscio, tale e quale a pochi istanti prima.
ma nonostante tutto questo bagaglio di esperienza, ogni volta che ci troviamo ad affrontare un nuovo secolo, un nuovo millennio o un cambio di data significativo ci facciamo prendere dal panico.
da piccolo mio padre mi ripeteva il mantra secondo cui "dopo la quarantina un dolore ogni mattina".
per anni ho vissuto con la certezza che il ventotto giugno del duemiladodici mi sarei scoperto un relitto umano. ossa scricchiolanti, giunture inutilizzabili, denti traballanti, pochi capelli di un grigio indefinibile, pelle cascante, spalle curve.... uno sfacelo.
oggi ho compiuto quaranta anni.
mi sono svegliato e stavo benissimo.
ho fatto venti flessioni. non mi è venuto nemmeno il fiatone. la bilancia segnava 2kg in meno rispetto a lunedi e in mezzo al traffico la moto me la rigiravo manco fosse stata un triciclo.
insomma tutto come ieri. uguale, uguale, uguale.
non so se la profezia (che in effetti recita "DOPO" la quarantina) inizi a decorrere da domani. vi terrò aggiornati. resta il fatto che per ora mi sembra di essere lo stesso di ieri.
un altro mito sfatato?
tanti auguri a tutti per il mio compleanno.

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