lunedì 2 luglio 2012

interferenze

ieri mattina abbiamo accompagnato il caponano all'aeroporto per la sua prima partenza in (quasi) solitaria. quasi, nel senso che in realtà partiva con un gruppo di rugbysti sfegatati: destinazione irlanda.
dopo una breve attesa e quattro chiacchiere con gli altri genitori per mascherare l'agitazione ed esorcizzare la (nostra) paura del viaggio, salutiamo la fila di nanetti che si accodano al loro accompagnatore-biancaneve.
li vediamo scomparire oltre i controlli di sicurezza senza nemmeno voltarsi indietro.
fast-forward alle sedici circa (ora locale) quando il cell mi avverte che ho un nuovo messaggio. è del caponano. leggo: ciao papi, finora tutto bene.
mi do della bestia per aver dubitato della capacità di mio figlio di usare il cellulare. alle diciannove (sempre ora locale) parte la suoneria. il display riporta "caponano". rispondo. seguono cinque minuti di conversazione surreale con una forma di vita aliena, gioviale, pimpante, allegra, spensierata che mi dice che i padroni di casa sono simpaticissimi, che ha già fatto amicizia con i figli (ma parlando quale lingua??) che fa freddo ma se la caverà, che va tutto bene e che è felicissimo.
mi domando se dall'altro capo del telefono ci sia lo stesso ammasso pluricellulare che la mattina risponde a monosillabi e solo dietro minaccia di tortura.
un paio di volte allontano l'apparecchio e controllo il nome sul display, giusto per confermare che sto effettivamente parlando con mio figlio.
passo il telefono a mia moglie che me lo restituisce dopo altri 5 minuti, trasfigurata e commossa.
ci guardiamo attoniti e in silenzio per qualche secondo. elena è la prima a ritrovare l'uso della parola:
"chi era al telefono?"
"non lo so. giuro... a te che ha detto?"
e dopo esserci raccontati le rispettive conversazioni decidiamo che deve esserci stata una qualche interferenza al segnale gsm.
resta da capire una cosa: nostro figlio, quello vero, dove sarà?

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