mercoledì 21 aprile 2010

scemo del villaggio

ieri sera una congiuntura astrale sfavorevole (mancava il nostro allenatore, c'era la partita dell'inter, molti di noi erano ancora saccagnati da sabato) ha fatto si che per il consueto allenamento del martedi ci ritrovassimo in quattro.
la cosa mi pareva buona. ho fatto due giorni a casa con l'influenza e quella era la prima volta che mettevo il naso fuori in circa 48 ore. ero ancora un po' malconcio e guardavo con favore ad un allenamento leggero, tra vecchietti, fatto di corsettine, allunghi, qualche azione simulata e una partitella al tocco 2 contro 2.
poi arriva l'allenatore della prima squadra.
"voi stasera vi allenate con noi".
"ah, ecco"
il primo esercizio è semplice.
"una palla ogni due o tre, fatela girare correndo lenti"
vabbene. si può fare. riscaldamento.
il secondo già mi fa capire quello che sarà il fil rouge della serata.
"allora, squadre da quattro. passaggi veloci. chi passa la palla doppia e va a sostegno. il sostegno recupera. valgono incroci, finte, calci. tutto chiaro"
e qui parte un coro di "si!!!"
e io che, invece, non ho capito un cacchio di broccolo inizio a sentirmi lo scemo del villaggio, sensazione spiacevole e che non mi abbandonerà per tutto il resto della serata.
vorrei chiedere una traduzione simultanea, ma la prima squadra da 4 è già partita e allora decido di guardare che cosa fanno e copiare.
per fortuna la cosa è molto più facile a farsi che a dirsi e viene fuori che dobbiamo solo passarci la palla tra di noi. fiuuuuu...
andiamo avanti per un po' e noto con un pizzico di orgoglio che sono l'unico della old che non deve fermarsi a rifiatare e che tiene il passo coi giovini della prima squadra.
poi passiamo al terzo esercizio.
"allora, due squadre. una attacca e una difende. chi attacca ha sei tentativi per andare in meta. avete tre blocchi obbligati, dopo il terzo blocco la palla è buona e si gioca liberi"
capito zero.
mi selezionano per la squadra in attacco, come tre quarti. maddeche... poi evidentemente l'allenatore coglie il mio sguardo allucinato tipo cerbiatto-catturato-nella-luce-dei-fari-di-un-automobile e si muove a compassione: "vieni in mischia"
"ok grazie"
anche qui non faccio in tempo a chiedere una traduzione simultanea che il gioco è partito. mi dico "occhi aperti e cerchiamo di capire, come prima".
ma la cosa si presenta subito più complicata.
a quanto pare dobbiamo prendere il pallone e andare a sbattere contro degli scudi tenuti su dalla squadra in difesa, che rappresentano dei placcaggi simulati. poi far uscire la palla e passare al secondo scudo e così via. dal terzo in poi possiamo giocare liberamente e cercare di andare in meta.
pare facile, e invece...
prima sbaglio blocco e mi dirigo verso il primo scudo a dare sostegno mentre (come saprebbe anche un bambino di prima elementare) la mia posizione esige che io mi immoli contro il secondo blocco.
poi, quando agguanto una palla, scarto a sinistra e mi fiondo come un gorilla ingrifato contro il muro della difesa (quella vera, fatta di gente che pesa quanto una piccola utilitaria ma corre molto di più) e vengo cazziato perché il mio sostegno era dall'altra parte. ma dico io, vi pare che un poveraccio adesso si deve anche mettere a chiedere "scusate, dove si ubica il sostegno che io vorrei fare un'azione? mi fate sapere appena possibile, grazie".
poi, dopo essere stato cazziato per essere entrato in una ruck in cui non servivo (c'erano già due miei compagni), esito un microsecondo di fronte ad un raggruppamento dove TRE miei compagni già stanno spingendo come tanti polli ruspanti e, per tutta risposta uno da dietro mi urla "dentro!!" e mi da una spinta facendomi entrare a viva forza (per inciso: con la testa contro lo stomaco - per fortuna soffice e pronunciato - di un mio compagno di squadra).
il resto della serata va più o meno così.
io che cerco di capire che cavolo succede, tutti che mi urlano roba incomprensibile per un buon 70-75%, io che corro come un pazzo per tutto il campo.
alla fine, dopo la consueta "partitella" in cui uno finisce al pronto soccorso (ma solo a scopo cautelativo, eh.... non servono nemmeno i punti, figuriamoci...) l'allenatore lascia liberi noi vecchietti e continua coi suoi. approfitto della pausa per andare da quelli che mi hanno urlato contro per buona parte della sera. quelli a cui ho fatto prendere due mete evitabili perché hanno dovuto passare più tempo a dirmi dove schierarmi che a giocare. quelli per cui sono stato l'uomo in meno.
"oh, ragazzi, grazie per le dritte. abbiate pazienza ma sto ancora cercando di capirci qualcosa".
sorrisi.
"grazie a te per essere qua. 'n ti preoccupare. ci siamo passati tutti. non mollare".
spirito del rugby.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciaooo
sono Claudio (papà di Top)

Filippo sei un grandissimo scrittore, mi dispiace aver saltato gli allenamenti che di sicuro mi sarei divertito moltissimo (visto come sono andati).
Il mio fisico mi ha abbandonato dopo tre giorni(ven-sab-dom) di pioggia e vento.
Forse non ho un fisico da rugbista.....ma questo già lo sapevo.
Ciaoooo
a presto

Noi non molliamo