domenica 15 novembre 2009

viaggio


uff... arrivato.
pochi giorni fa ho iniziato a sentire i sintomi dell'influenza. non sarebbe grave se non avessi avuto in mano un biglietto per hong kong per partecipare ad una missione imprenditoriale promossa da un'associazione di categoria con il patrocinio della regione e di cosi' tanti enti che mi vengono le vertigini solo a pensarci. ma siccome il biglietto per la cina ormai era pagato, ho tentato la sorte e ho sfidato le rigidissime politiche sanitarie di hong kong, che ha dotato il suo aeroporto internazionale di scanner termici in grado di rilevare se qualcuno dei passeggeri in transito ha una temperatura superiore alla norma.
se la tua immagine allo schermo e' verde sei a posto, ma se risulti giallo o, peggio, rosso ti mettono in quarantena fine a che non ti normalizzi e poi ti rispediscono a casa.
bene, con questa immagine di posatezza, razionalità e tolleranza in mente, ho passato buona parte delle 12 ore del volo a cercare di sentirmi il polso di nascosto (se tiravo fuori il termometro le hostess erano autorizzate a freddarmi sul posto) per capire se potessi avere una qualche alterazione di temperatura... mica facile quando sei al buio, sotto una coperta, in uno spazio di 3cm per 4cm e con il vicino di posto che ogni 30 secondi ti fa una domanda.
e allora mi sono giocato il tutto per tutto. a circa un'ora dall'atterraggio mi sono "calato" una quantità di paracetamolo che poteva bastare a stendere un cavallo.
non so se avessi la febbre ma quando sono passato davanti agli scanner credo la mia temperatura corporea fosse attorno ai 10-12 gradi.

quindi per ora tutto ok. sono passato ai controlli e domani iniziamo gli incontri per cui sono venuto fin quaggiù.

oggi, essendo domenica, giornata libera. l'organizzatore del viaggio ci ha portato a mangiare "dim sam" o se preferite "dim sum" che sarebbero le "tapas" cinesi, con la differenza che sono molto più varie delle tapas e che i sapori sono ovviamente molto diversi da quelli mediterranei.
gli altri partecipanti alla missione imprenditoriale hanno passato metà del tempo a dire "che schifo" e l'altra metà a ricordare quanto sia buona la nostra cucina e quanto si mangi meglio in italia.... certo che gli italiani all'estero non si smentiscono mai...
per inciso, era tutto buonissimo. 
da domani ci hanno prenotato tutti ristoranti italiani. quando ho visto il programma non ci volevo credere: adesso ho capito perche'!
mi sa che da domani scrivere diventerà più difficile. ci si sente quando ritorno, sperando che gli scanner non mi freghino proprio in fase di rimpatrio...

1 commento:

Flavia ha detto...

Ciao Filippo!

Cavolo ma perché noi italiani non impariamo a mangiare quello che troviamo nei paesi che visitiamo? E' sicuramente molto più gustoso degli spaghetti alla bolognese fatti in un luogo dove Bologna corrisponde, al massimo, al nome di una città.........Non ci smentiamo mai!
A volte mi vergogno della incapacità di adattamento alla cucina straniera del popolo italiano, e soprattutto dell'incapacità di apprezzare.

Bah.....!

Io continuo a mangiare quello che trovo, non mi ha praticamente mai delusa. Ho solo rifiutato, cortesemente, l'offerta di vermi fritti in Birmania ( o, se preferite, Myanmar) ..... quelli non ce la facevo proprio ......

Flavia