martedì 21 marzo 2017

cose così

domenica mattina. mi alzo mentre la truppa dorme. mi vesto ed entro in sala. sembra di essere sulla scena di qualche crimine efferato. vestiti ovunque, borse e borsoni sparsi sul tappeto, scarpe, borracce. una delle nanette ha finito di giocare molto tardi e per non svegliare il resto della famiglia lei ed elena hanno pensato di mollare tutto in sala. ragionevole. esco a correre. quando rientro ci sono già i primi risvegli.
devo portare il nano alla sua partita, quindi ho tempo solo per uno scambio veloce.
scena prima, marito e moglie.
- ciao amore
- ciao amore
- tutto bene ieri sera? ho visto che le ragazze hanno perso.
- si, tutto bene. hanno perso. brutta partita. peccato davvero.
- vabbè dai. niente di grave.
- no, no. ah mi sa che caterina si è rotta un dito.
- ah bene.

scena seconda - esterno campo rugby. il primogenito gioca. arrivano allegre madre e due figlie
- ciao amori miei 
- ciao papi
- amore. mi ha detto la mamma che ti sei rotta un dito?!
- si ma non è rotto...
- posso vedere?
mi viene porta un'appendice che somiglia a un palloncino viola solo leggermente sgonfio.
- amore è rotto
- uffa papà, non è rotto (quando do sui nervi ai miei figli riesco a passare da "papi" a "papà" in tre millisecondi)
- va bene come vuoi
mi rassegno al pensiero che anche se andasse al pronto soccorso non potrebbero fare moltissimo e poi pare che le dita storte siano di gran moda oggidì.

il giorno seguente la nanetta si sveglia con gli stessi dolori del giorno prima. quando poi al pomeriggio minaccia di volersi andare ad allenare, decido che è il momento di intervenire e la spedisco di imperio al pronto soccorso, nonno-dotata, per farsi fare una lastra.

- si ma tanto non è rotto.

e niente, torna a casa così


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