lunedì 3 febbraio 2014

uichend ovale

sabato piove.
capirai...
dice "vivessi nel sahara capirei, ma stai a milano..."
in effetti non è una gran notizia.
proviamo così: sabato piove per l'ennesimo giorno di fila e il caponano gioca.
meglio?
speriamo, dai.
in realtà dovrei giocare anche io ma purtroppo ci hanno negato il campo perché... perché... beh non si è capito perché. resta il fatto che ci hanno negato il campo, alla faccia del rugby che è uno sport che si gioca con qualsiasi tempo e in tutte le stagioni!
pazienza. l'importante è che giochi il caponano.
visto il meteo, le signore decidono di starsene al calduccio, quindi io e il caponano ci prepariamo, salutiamo e usciamo, grosso modo proprio mentre l'italia sta dando il calcio d'inizio contro il galles per la prima partita del sei nazioni e le ragazze optano ostentatamente per un programma che si chiama "la guerra delle torte".
arriviamo sul campo.
deserto.
entriamo in club house e troviamo duecentocinquantasette persone stipate in 15mq a guardare il primo tempo della partita. ci uniamo al gruppo (è difficile perché bisogna respirare sincronizzati: se inspiriamo tutti assieme non ci stiamo, quindi quando uno inspira quello a fianco deve espirare, e così via) fino a quando gli allenatori ci richiamano all'ordine e, dato che sono accompagnatore, non posso esimermi: accompagno.
raggiungiamo il campo.
espletate (si dice così?) le formalità burocratiche, mi vado a piazzare sugli spalti, sotto la pioggia, con la mia fedele belstaff e i sopra-pantaloni da moto. sono una macchia nera in mezzo a una selva di ombrelli colorati che minacciano di cavarmi un'occhio ad ogni ruck, maul o meta. e siccome io sono io, oltre ad essere piccolo e nero... ok facciamo solo nero.... dicevo... oltre ad essere nero tra tante macchie di colore me ne sto anche seduto con le braccia e le gambe conserte, in stile bambino imbronciato.
il cellulare vibra ogni 5 minuti circa. sono gli sms di amici, conoscenti, compagni di squadra, che mi aggiornano sulla partita dell'italia. anche loro imbronciati per non aver potuto giocare in questo sabato di meteo perfetto per il rugby.
a fine partita sento un po' di freddo. le gocce di pioggia che mi cadono addosso congelano all'istante e rimbalzano via. stimo che la mia temperatura corporea sia di cira 4 gradi fahrenheit.
in club house facciamo in tempo a vedere l'ultimo quarto di inghilterra-francia. vittoria sconcertante dei galletti che lasciano ammutolito tutto il pubblico inglese. dopo due piatti mostruosi di pasta al ragù (per il caponano) e una birra (per il sottoscritto) torniamo a casa dove scopro che
1- il caponano ha ancora fame e se non ci sbrighiamo a intervenire minaccia di mangiare anche la mia cena e
2- la sola replica di galles-italia è prevista per le 23.
alla 1 e 6 minuti di domenica mattina io e il caponano, unici ancora svegli e con l'adrenalina alle stelle, ci abbracciamo e ci diamo la buonanotte dopo aver visto un'italia stellare che, pur avendo perso, ha spiazzato completamente gli avversari con un gioco superlativo.
dopo qualche ora di sonno ci ritroviamo di nuovo davanti alle televisione per irlanda-scozia, ultima partita della prima tornata.
un gioco di livello altissimo e di un'intensità incredibile. gli scozzesi ci credono e ci provano fino all'ultimo secondo. gli irlandesi, pur essendo superiori, soprattutto nel finale, onorano l'avversario attaccando come mastini per tutto il tempo.
due giorni stupendi di rugby visto e giocato.
due giorni di full immersion di caponano.
che si concludono come al solito con la domanda delle domande, sparata a zero fissando il televisore durante le ultime fasi di irlanda-scozia, senza nemmeno guardarmi.
"papà?"
"dimmi tesoro"
"ma io ci arriverò mai in nazionale?"
mi viene un po' di magone a immaginarlo tutto vestito d'azzurro mentre urla a squarciagola l'inno di mameli in diretta tv.
"certo, se lo vuoi veramente"
sorride.

1 commento:

federica ha detto...

:-)