lunedì 18 novembre 2013

freeman

che, se conoscete l'inglese, saprete che significa "mano libera".
se NON conoscete l'inglese fareste meglio a comprarvi un dizionario invece di fidarvi delle fesserie che leggete su internet.
venerdi sera siamo in giro a cercare di procacciare il cibo per la cena e le lenti per gli occhiali delle nanette quando mi viene in mente che ho finito il sapone da barba.
decido di avventurarmi in un negozio dove non ho mai messo piede. l'insegna promette bene, annunciando a caratteri cubitali "articoli per parrucchieri". in un mondo di negozi dai nomi esotici mi sembra una boccata d'ossigeno. entro e non resto deluso, al punto che dopo quaranticinque minuti esco con il sorriso sulle labbra e il segreto della felicità in tasca: un chilo di sapone, un rasoio a mano libera, una confezione di lame per il suddetto, articoli vari da toeletta acquistati da/per nanette/moglie/caponano.
non usavo il rasoio a mano libera dal millenovecentonovantadue. fatevi i conti. io non ho il coraggio.
sabato mattina abbiamo il primo approccio. confesso che avevo una certa apprensione. spezzo la lametta, la inserisco, inizio la procedura.
me la cavo con qualche graffio superficiale che il cristallo di rocca (che ho saggiamente conservato negli anni) cicatrizza immediatamente.
i commenti dei nani sono impietosi:
- papà ma ti sei tagliato! (eh già)
- papà ma se ti tagli la gola muori? (no tesoro)
- papà ma ti fa male? (no amore)
- papà ma se ti tagli sul pomo di adamo muori? (no amore stai tranquilla)
- papà ma non hai pianto? (no cucciola)
- papà ma allora non c'è modo in cui puoi morire? (guarda mi spiace deluderti amore ma mi sa di no...)
- amore sembra che tu abbia fatto la lotta col gatto e abbia perso
ok, l'ultimo riportato non era un commento dei nani ma della consorte.
evidentemente non sono riuscito a trasmettere appieno la gioia e il piacere che ho provato nel riprendere in mano un rasoio a mano libera dopo tutto questo tempo.
il gusto di farsi la barba con calma, studiando ogni mossa.
il bello della manualità e della gestualità, che trasformano la rasatura in un rito.
la soddisfazione di doversi prendere cura della propria faccia, prima durante e dopo la rasatura.
ho cercato di spiegare, di far capire.
e dopo tanto discutere stamattina a colazione....
"amore mi sembra che col rasoio vada meglio..."
"davvero?" (mi passo una mano sulla faccia, soddisfatto, col sorriso di chi si aspetta un complimento sulla qualità della rasatura in stile uomo-che-non-deve-chiedere-quasi-mai)
"si, beh... almeno non sanguini..."

la strada di noi pionieri è sempre in salita.

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