lunedì 27 maggio 2013

pedalando

finalmente una giornata di sole.
e allora esco di casa, prendo la bici e vado al lavoro.
dopo pochi minuti che pedalo sono già in una specie di regno dei sogni.
pacifico e beato mi godo il movimento ritmico delle gambe che spingono sui pedali, l'aria fresca del mattino, i pedoni che passeggiano, la-ragazzina-che-piange-disperata-in-ginocchio-sul-marciapiede, il verde degli alber...
no.
spetta.
non quadra.
rapido flashback del neurone funzionante.
trova l'intruso... trova l'intruso...
ecco! perché c'è una ragazzina che piange in ginocchio sul marciapiede?
fermo la bici.
scendo.
torno indietro.
la ragazzina avrà sui 12 anni.
pacchetto completo: codini laterali, zainetto rosa, cartelletta da disegno con cuoricini, rivista di moda.
si massaggia un ginocchio e piange in modo inconsolabile singhiozzando dei "perché-é?!? pe-e-r-ché?!?" che fanno venire la stretta al cuore.
mi avvicino cautamente con addosso la mia armatura da Cavaliere Senza Macchia e quando sono a un paio di metri mi fermo, mi chino leggermente in avanti e con la voce ferma e rassicurante tipica di noi Cavalieri Senza Macchia domando:
"tutto bene?
silenzio. lei smette di singhiozzare i suoi "perché" ma continua a piangere e sospirare, tirando su col naso ogni tanto.
mi guarda di traverso senza rispondere.
"ti sei fatta male?"
sento la diffidenza calare come una parete di granito
"no sto bene. non è niente" risponde alla fine. evidentemente ha capito che non intendo mollare. purtroppo noblesse oblige. devo tenere alta la reputazione dei Cavalieri Senza Macchia.
"hai bisogno di qualcosa?"
lei continua a fissarmi incerta sul da farsi ed evidentemente diffidente.
perché improvvisamente mi sento come se invece dell'armatura avessi addosso un impermeabile e in mano un sacchetto di caramelle e stessi domandando "lo vuoi uno zuccherino dallo zio"? perdere fiducia nella Missione non fa parte del kit da Cavaliere Senza Macchia...
"no, grazie [seccamente] sto bene"
si rialza, raccoglie le sue cose, si avvia zoppicando.
da dietro arriva una signora che sta parlando al cellulare. guarda la ragazzina, poi me, e si capisce che sta valutando la scena per decidere se debba chiamare il centotredici.
le sorrido affabile. non ricambia, ma almeno tira dritto senza prendermi a borsettate.
"ok... bene... allora... sicura?"
non mi risponde nemmeno e continua a camminare senza voltarsi.

riprendo la mia pedalata e mi domando come abbiamo fatto a creare un mondo in cui una ragazzina di 12 anni non possa nemmeno più fidarsi di un Cavaliere Senza Macchia che vuole aiutarla a rimettersi in piedi.
non penso che appenderò l'armatura al chiodo. dopotutto una Missione è una Missione. ma un po' fa triste. no?

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