giovedì 21 febbraio 2013

giano bifronte

sul treno, alle 6 di mattina, tra i ciondolii del capoccione, sono colpito dalla vista del mio dirimpettaio intento a sfogliare una rivista di annunci immobiliari.
il giovine cerca casa.
mi godo il suo sguardo concentrato mentre, armato di penna, cerchia ed evidenzia tutte le offerte interessanti. alcune pagine meritano l'onore di una "orecchia", che permetterà in seguito di risalire meglio all'offerta particolarmente degna di nota.
e un po' per il sonno, un po' perché sono sognatore, torno con la memoria al nostro ultimo trasloco, ai traslocatori-folletti che impacchettavano tutto e tutti con una velocità spaventevole, a quell'ultima pizza mangiata in piedi perché il tavolo era già sul camion, alle risate, all'emozione, alla contentezza di una nuova avventura.
e sorrido, mentre guardo questo ragazzone dall'aspetto burbero che continua a sfogliare energicamente le pagine. me lo immagino descrivere le varie opzioni alla sua compagna, discutere con lei delle scelte migliori, pianificare modi, tempi e luoghi. sognare assieme a lei.
e un po' gli sono grato perché mi ricorda me qualche anno fa.
anzi a guardarlo bene, quasi mi somiglia. gli stessi occhi spiritati. gli stessi capelli ispidi. occhiali simili a quelli che portavo allora. la stessa foga nel continuare a spulciare offerte... cavoli che foga... sembra quasi rabbia. quasi....
quasi?
in quel momento risponde a una chiamata.
già dalle prime parole si capisce che sta parlando con "lei"
"sto guardando le offerte immobiliari.... si... no, non ci sono offerte per il prezzo che... lo capisci che mi stavi facendo prendere una fregatura? si una sola bella e buona.... no! ho detto no! sei una cretina ecco quello che sei. adesso ti faccio vedere io come si gestisce questa faccenda..."
la telefonata continua per altri due minuti tra insulti, ingiurie ed improperi di vario genere e tipo e mentre abbasso lo sguardo il giovinotto riprende a sfogliare.
gli occhi brillano per quella che io avevo scambiato per gioia od emozione ma che non è altro che brama di umiliare e di sottomettere.
mi rendo conto che tutto sommato il tizio non mi somiglia poi tanto. anzi siamo proprio diversi. i suoi lineamenti sono più duri e spigolosi... i miei capelli non sono così crespi dopo tutto... e poi la mia montatura era più classica, più elegante...
chiudo gli occhi.
e mentre mi addormento penso a quanto sia facile scambiare i sintomi dell'odio per quelli dell'amore.
la vita è breve, bella gente. non vale la pena sprecarla a farsi dispetti.

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