martedì 5 febbraio 2013

croniche domenicali

mattinata dedicata ai compiti. i nani sbuffano. berlusconi dichiara che ci restituirà l'imu. gli mando un sms "ciao silvio io nel 2012 di imu ho pagato 54mln di euri". mi risponde "ok" e gli animi si rasserenano.

pranzo a base, prevalentemente, di cose commestibili. tra poche ore c'è italia-francia quindi prestiamo poca attenzione a quello che abbiamo nel piatto.

ore sedici, calcio d'inizio. tensione palpabile. affrontiamo la partita con l'ansia di chi sa che la sfida è tosta. alla prima meta di parisse scattiamo in piedi. siamo in due ma facciamo casino per venti (elena tiene un profilo basso, tificchia, urlicchia - noblesse oblige o come cacchio si scrive). arrivano le nanette dalla camera, dove si erano saggiamente rintanate, a chiedere ragguagli. berlusconi per l'euforia dichiara che ci restituirà la gioconda.

l'italia continua a condurre. macina punti. difende bene. mostra un gioco degno di una vera nazionale. cuore, orgoglio, fisico... c'è tutto.
ma la francia non ci sta e chiude il primo tempo in vantaggio di due punti dopo un recupero a suon di mete e calci piazzati.
berlusconi dice di non abbattersi e promette ai giocatori di restituirgli una palla tonda che quella ormai si è ovalizzata, poverini....

secondo tempo. io e il caponano siamo terrorizzati. il secondo tempo vede sempre un calo fisico da parte dei nostri e c'è pure il rischio che al calo fisico se ne aggiunga uno psicologico per la rimonta subita. ma evidentemente questa non è la nazionale del sei nazioni duemiladodici. i nostri partono, lancia in resta, e vanno ad espugnare la metà campo avversaria.

a dieci minuti dalla fine sono in vantaggio di cinque punti. bisogna resistere. non mollare nemmeno un colpo. ad ogni placcaggio da parte dei nostri il caponano salta sulla sedia urlando "SI!!" un metro e sessantacinque per cinquantacinque chili di energia mal contenuta che esplodono continuamente. berlusconi assicura che ci restituirà l'impero di abissinia.

dieci minuti. i francesi attaccano. viene in mente "bartali" di paolo conte, ma è troppo presto per festeggiare. i nostri resistono. cinque minuti. tutti nei nostri ventidue. fasi infinite, una dopo l'altra. il caponano mordicchia nervosamente la sedia e sputazza pezzi di legno e cuoio. un minuto. trenta secondi. mischia per la francia. l'arbitro chiede di portare indietro le lancette a meno un minuto. berlusconi assicura che ci restituirà il calendario giuliano, secondo cui la partita è già finita da due mesi.

ingaggio della mischia. palla che esce a sinistra. i francesi si staccano. aprono il gioco a sinistra e con un placcaggio magistrale i nostri li portano fuori. partita finita. l'italia vince ventitré a diciotto. io e il caponano ci saltiamo in braccio a vicenda, ci abbracciamo e zompiamo per la stanza menandoci pacche manco fossimo due ex commilitoni alla riunione di reggimento. per l'euforia urliamo talmente tanto da perderci l'annuncio di berlusconi che afferma di volerci restituire lo stegosauro.

il gruppo sciama in modo confuso. elena si prepara per la propria partita, io organizzo la cena, i nani tornano nelle rispettive camere. ogni tanto il caponano emerge dalla sua tana, piomba in cucina urlando, mi abbraccia e torna in camera sua di corsa. gli prometto che domani potrà andare a scuola con la sciarpa della nazionale.

cena. berlusconi assicura che ci restituirà l'argenteria.
docce.
nanne.
elena torna dalla partita. hanno incassato un tre a zero secco come una duna di sabbia, ma si è divertita lo stesso. lo strappo addominale le fa male ma è tranquilla perché berlusconi le restituirà l'agilità dei vent'anni.
le propongo un massaggio.
capisce che c'è sotto qualcosa di losco e la giornata si chiude con la sua risata beffarda che mi culla nel sonno.

beh, almeno un risultato l'abbiamo portato a casa. e adesso tutti in scozia.

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