lunedì 13 febbraio 2012

rediviva

dopo lungo letargo dovuto a impegni vari, neve, ghiaccio e dio solo sa che altro, ieri sera ho deciso che era il momento di mettere fine al letargo invernale delle motorette.
scendo in box per un controllo veloce.
moto di elena: selettore, starter, brum.
moto di filippo: chiavetta, cicchetto, starter wheee--ee--eee. stacco tutto, riprovo, cicchetto-cicchetto, wheee-eee-ee.
ok.
scendo. via la sella e metto la batteria sotto carica.
preciso.
stamattina mi sveglio nella steppa siberiana. il cielo è limpido ma fuori ci sono tantimila gradi sottozzero.
mia moglie si infila il cappottone lungo con collo in pelliccia da gruppenfuhrer: "fafreddoiovadoinmacchinatantoatenonservevero? ciao!"
tanto io volevo andare in moto.
consegno i nani all'avo-trasportatore, mi preparo e scendo in box.
stacco il caricabatterie. rimonto la sella.
chiavetta. contatto. parte che è una meraviglia. aspetto qualche minuto che il motore si scaldi per bene e poi parto in direzione nord-est. mi aspettano 15km di tangenziale per andare alla visita medica.
il nume tutelare dei motociclisti mi fa trovare una coda disumana che limita la mia velocità a 40kmh circa. nonostante questo devo scaldarmi le mani a turno tra le testate per evitare il congelamento. dopo 10 km le gambe sono un lontano ricordo e le identifico vagamente come quelle due masse azzurrognole che stanno tra la belstaff e le pedane.
arrivo a destinazione, parcheggio, scendo. cammino con l'agilità di frankenstein fino all'ambulatorio. entro.
- buongiorno lei è?
- mmmmmooo--etoooomi
- ha appuntamento per una visita?
- mmmmi
(la mascella non gode della solita elasticità e le consonanti risultano un po' difficoltose)
mi consegnano il barattolo per le urine. mi staccano a forza dal calorifero. mi spediscono in bagno.
mi aggrappo subito all'altro calorifero. slaccio i pantaloni per raccogliere il campione di urine.
oddio l'ho lasciato a casa! eppure stamattina ho fatto la doccia, poi mi sono vestito e mi ricordo che dentro le mutande c'era... ah.... eccolo.... stava al caldo.
cerco di farlo tornare in vita quanto basta per adempiere al compito, prima con delle parole di conforto, poi con due sane sberle, poi con l'ausilio del calorifero. quando dalla reception si lamentano ("ma chi è che sta arrostendo carne qui dentro?!") mi rassegno a riempire il barattolo e ad uscire.
deposito il campione e passo alla visita medica, che prevede di restare in mutande aspettando che una cardiologa con le mani di ghiaccio mi colleghi degli elettrodi addosso.
- salga sulla bici
- mmmi!
- ok può iniziare a pedalare
parto come pantani (buonanima) su un tappone dolomitico.
- più piano, le dico io quando accelerare
- mmmi kkkcaldo
- ok adesso acceleriamo un po'
- mmmmi
sento la circolazione che torna alle gambe. è come se qualcuno mi stesse piantando degli spilli sulle cosce. tipo 50 spilli per mm quadrato.
quando finiamo la cardiologa mi fa
- se è sudato può andare ad asciugarsi.
- guardi di sudare non se ne parla, ma se potessi fare altri cinque minuti? anche pagando un extra!
- su, non faccia lo spiritoso.
- hehe certo ('tacci tua)...
passo alla visita generale. la dottoressa pontifica sui mali di stagione e commenta incredula sulla insulsaggine di quelli che con questo freddo vanno in giro in bici, esponendosi ad ogni genere di malanno e causando il 90% delle sciagure dell'umanità. prima di rivestirmi crollo e confesso tra i singhiozzi che sono venuto in moto, che io con questo freddo vado anche a correre e che la scorsa settimana mi sono persino allenato con la neve fino alle caviglie.
mi assolve comunque, e mi dice che ho pure passato la visita. bene.
riparto in moto, destinazione ufficio. ormai sono quasi le undici e il sole inizia a fare il lavoro per cui lo paghiamo.
arrivo, parcheggio, scendo.
e quasi mi dispiace che il giro sia finito.
sapete che vi dico? io domani ci rifaccio.
e se il meteo non collabora, cazzi suoi.

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