ogni mattina (o quasi) vengo in ufficio in moto.
sempre la stessa moto. sempre la stessa strada.
ieri intravvedo un motociclista che mi si accoda. lo noto con la coda dell'occhio e mi accorgo che mi segue passo passo mentre facciamo zigzag tra le macchine.
al primo semaforo rosso mi si affianca.
mi guarda.
"lo sai che non ti si vedono le frecce?"
"come?"
"da dietro non ti si vedono le frecce!"
lo guardo. penso alle mie frecce montate al manubrio e che (data la mia massa corporea) sono inesorabilmente coperte alla vista di chiunque mi stia dietro.
poi passo in rassegna il parafango anteriore inesistente, la forcella anteguerra, le gomme tassellate che danno una tenuta pari a quella di un cane che corre sul marmo, lo specchietto rovesciato che per vedere qualcosa devo fare certe contorsioni che nemmeno un fachiro, la strumentazione praticamente inesistente, i freni che non frenano...
guardo il tizio.
lui mi guarda.
"grazie mille. non lo sapevo. ma mi sa che è l'ultimo dei miei problemi"
silenzio. guarda la moto.
"eh, si.... mi sa anche a me..."
verde.
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