giovedì 11 dicembre 2008

traffico

oggi mentre annaspavo nel traffico sommerso dalla pioggia, mi sono trovato bloccato in coda. una di quelle code che non vanno da nessuna parte, semplicemente stanno li e non si muovono. non sai perche' sei bloccato, ma dal momento in cui ti fermi hai la netta sensazione di dover trovare qualcosa che ti occupi la mente, perche' in quel punto ci resterai un bel po'.
allora per ammazzare il tempo ho iniziato a guardarmi attorno, sollevando gli occhi dalla strada e allontanandoli dal cruscotto, che di solito sono le due sole cose che guardo quando guido.
e improvvisamente ho iniziato a vedere il mondo con gli occhi dei miei figli. ho notato la miriade di persone che si affrettavano sui marciapiedi, sotto ombrelli grandi come cupole; ho visto i pochi ciclisti temerari; la gente dentro le altre macchine, occupata in mille faccende inutili; le vetrine bagnate; le pozzanghere grandi come laghi; gli alberi lungo i viali.
ho visto milano, enorme e ingolfata, sferzata da una pioggia torrenziale, e ne ho studiato i piu' piccoli dettagli.
ed ho capito perche' ogni volta che saliamo in macchina si scateni una lotta sanguinosissima per i posti accanto al finestrino e perche' guardare fuori sia tanto importante per loro.
l'ho capito con l'immediatezza delle verita' ritrovate, perche' in fondo anche io quando ero bambino amavo guardare fuori dal finestrino e godermi il viaggio tranquillamente, senza dovermi preoccupare di dove stessimo andando, o della prossima curva, o dello stop. non ero io a dover guidare e potevo trascorrere il viaggio a contare gli alberi; ad appannare il vetro per disegnare facce buffe col dito; a salutare la gente che incrociavamo; ad assaporare ogni metro come se fosse un passo in piu' verso l'ignoto, perche' in fondo ogni nuovo tratto percorso portava nuove scoperte, nuove esperienze e nuovi paesaggi.
pensare ai miei figli che si azzuffano, mi ha fatto ritrovare la serenita' della mia infanzia; mi ha fatto capire quanto siano importanti per loro le piccole cose e come la felicita' si possa annidare anche dietro un finestrino bagnato di pioggia. me li sono rivisti li, sul sedile posteriore. i due fortunati nei posti laterali, dritti come fusi per poter vedere meglio, lo sguardo fisso su chissa' quale meraviglia. e quello in mezzo con le braccia incrociate e il broncio per essere stato escluso dallo spettacolo.
ho fatto il resto del viaggio in loro compagnia. proprio come se fossero con me.
ogni volta mi stupisco di quanto mi stiano insegnando i miei figli. di quanto io stia imparando da loro. di come mi facciano apprezzare il miracolo di stare al mondo.

Nessun commento: