venerdì 5 settembre 2008

cartelli stradali



è l'eta'. mia moglie me lo ripete in continuazione: piu' invecchio e piu' mi inacidisco. mi da fastidio un sacco di roba che una volta tolleravo tranquillamente e sto diventando sempre piu' brontolone.
l'ultimo esempio? la meravigliosa idea nata in casa de agostini di pubblicare, a fascicoli, la raccolta dei cartelli stradali di tutto il mondo.
il primo dubbio nasce proprio da li: dal fascicolo.
capisco tutto, ma qualcuno mi spiega come si fa a scrivere un fascicolo illustrativo su un cartello stradale? un cartello stradale e', per definizione, gia' qualcosa che si spiega da se. deve servire a segnalare un pericolo, una particolare condizione della strada, un indirizzo. se serve un fascicolo per spiegarlo, allora forse c'e' qualcosa che non va nel cartello. se invece il cartello e' ben fatto, allora a che cazzo serve il fascicolo?
va be', de agostini deve pur giustificare gli 8 euro che ti chiede. quindi sorvoliamo sul fascicolo e in fondo consoliamoci pensado che ci sara' qualche povero cristo che si guadagna il pane scrivendo fascicoli esplicativi per cartelli stradali.
passiamo invece alla raccolta in se.
ora, io mi figuro questa scena.

sono le 8 di una sera di fine agosto. ti sei fatto 10mila km in sella alla tua moto sulla route 66. hai conosciuto gente, visto posti, fatto esperienze. ti sei divertito come un pazzo. ha viaggiato in quello che tutti considerano come un Paese ma che in realta' e' un continente. ti sei reso conto di come possa cambiare la cultura, la cucina, l'aria, il clima e il paesaggio, attraversando questo crogiuolo di culture che sono gli stati uniti d'america. insomma hai fatto un viaggio indimenticabile, tutto in sella alla tua moto. e adesso stai tornando verso casa. mancano pochi km alla meta. aereo per te e nave per la tua bimba. e poi dalla prossima settimana, di nuovo giacca, cravatta e ufficio. gia' ti viene il groppo alla gola a pensare a quello che ti stai lasciando alle spalle. e no, cazzo, non puo' finire cosi'. ti aggrappi a qualunque speranza di far continuare il viaggio. forse finisco la benzina prima di arrivare e perdo il volo (cazzo, ho appena fatto il pieno), magari una foratura, un guasto, qualcosa.
e poi lo vedi, che emerge in lontananza da dietro un dosso. bianco e immobile. fermo nell'aria surriscaldata, con la sua forma a scudo che ricorda un po' lo stemma della tua moto. il cartello della route 66. bianco. invitante. non c'e' in giro un cane. allora ti fermi e con un ultimo gesto da ribelle lo stacchi dal palo e lo infili nella borsa della moto prima che arrivi qualcuno.
pensi gia' alla figura che fara' nel tuo garage. e gia' ti commuovi al pensiero di tutti i ricordi che ti assaliranno ogni volta che lo rivedrai.

adesso VI PREGO spiegatemi come fa uno ad avere un'esperienza simile andando a comprare il cartello in edicola.
spiegatemi perche' si debba andare in cerca di emozioni finte? se uno deve coprire le macchie di umidita' in garage non ha piu' senso un bel poster del suo gruppo preferito? almeno magari ti ricordi dell'ultimo concerto a cui sei stato.
quando siamo diventati cosi' finti?
sara' l'eta.... ma sto diventando davvero un gran rompipalle....

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