mercoledì 30 aprile 2008

partire e' un po' morire


o almeno cosi' dicono.
francamente a me sembra una stronzata di dimensioni ciclopiche, e scusate se sono aulico.
mi e' sempre piaciuto partire. partire per lunghi viaggi in posti strani, per piccole gite, per escursioni, per vere e proprie migrazioni (ebbene si: i' so figl' e' zappatori! so' emigrante! come cantava il grande mario merola). partire quando non sai che cosa ti aspetta, quando non sai quanto starai via. partire senza meta, buttando via l'agenda con gli appuntamenti. partire in moto, in bici, in macchina coi finestrini abbassati. per sentire l'aria e il senso di liberta' che ti regala.
domani parto per un giretto un po' zingaro coi cuccioli. niente moto. siamo in cinque, figurarsi.
pero' ci portiamo la tenda e non sappiamo di sicuro dove andremo. stiamo via un po', sperando che il tempo regga. e se non regge pazienza.

so solo che lascero' a casa l'orologio.

perche' come diceva l'omino della foto: "se non dovessi salire su quell'aereo un giorno te ne pentiresti. forse non oggi e neppure domani, ma presto. e per il resto dei tuoi giorni". cito a memoria, i cinefili non me ne vogliano.

buon ponte!
filippo

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