lunedì 28 dicembre 2015

when must do, do

che, per chi non parla l'inglese, significa "quando si deve fare, si fa".
per chi invece parla l'inglese non significa niente. perché, appunto, parla l'inglese e sa che è una frase che non ha senso. ma io confido grandemente nella vostra ignoranza, quindi insisto con la prima versione.
evvia...
io non amo le recensioni. voglio dire, già sopporto malamente quelle dei critici cinematografici che (sulla carta) di cinema ne capiscono, figuriamoci se posso apprezzare una recensione scritta da uno che non capisce niente di cinema e per cui la più alta forma d'arte sono i film trash anni '70 e '80 (bombolo, alvaro vitali, lino banfi... avete capito il genere, dai).
però in questo caso sono disposto a chiudere un occhio. per due motivi: primo perché la recensione la sto scrivendo io, e secondo perché riguarda una saga che ha segnato la mia infanzia. e dato che la mia infanzia non è ancora finita, direi che vi conviene evitare le battute cretine, mettervi comodi e leggere fino in fondo annuendo la vostra approvazione, grazie.
allora...
il film mi è piaciuto un casino. a cominciare dai titoli di testa che porco cane quando ho visto scorrere il testo sullo schermo avevo le pulsazioni oltre soglia e saltellavo sulla sedia come un ciuaua isterico.
trattandosi del primo capitolo di una nuova trilogia, mi aspettavo che fosse un po' didascalico e in questo non ha deluso le aspettative. era necessario introdurre alcuni personaggi, gettare le basi per i prossimi due film, dare un senso alla storia, interrotta quasi trent'anni fa... mica facile... ci sono parecchie insidie.
per esempio, prendiamo il figlio di han solo e leia: ben solo. alias kylo ren. nella prima stesura doveva chiamarsi bobby. poi però hanno pensato che il nome bobby solo potesse togliere parecchio pathos alla scena del ponte, quella in cui a kylo scende una lacrima sul viso, per intenderci....
voglio dire, qui c'è dietro uno studio mica da ridere!
mi sono piaciuti i vecchi personaggi. mi è piaciuto trovarli invecchiati. e mi sono piaciuti i nuovi. li ho trovati credibili e in linea con la prima trilogia. ho apprezzato le citazioni e i richiami (la scena del palazzo di maz kanata rimanda molto alla taverna di tatooine) e anche i piccoli misteri ancora da chiarire (mi verrebbe da dire che rey è figlia di luke, ma non dovrebbe essere possibile dato che lui è un jedi... quindi? da dove arriva? è imparentata con kylo? mah...).
insomma, mi è piaciuto. e non vedo l'ora che arrivino i prossimi capitoli. e da più di un mese ho messo la sigla di apertura di guerre stellari come suoneria del cellulare. e da piccolo quando mi chiedevano che cosa volessi fare da grande rispondevo come tutti (il pilota, il pompiere, il domatore di leoni, il trader specializzato in titoli ad alto rischio e hedge funds) ma dentro pensavo "il cavaliere jedi". e quindi se siete di quelli che "ah, si, carino, però trovo che l'uso eccessivo della sovraesposizione e dei piani-sequenza diano un taglio foto-narrativo di carattere post-esistenzialistico che mal si integra con il pathos psicologico-introspettivo tipico della poetica del primo lucas", potete infilarvi una spada laser nel naso per quanto mi riguarda.
e andare a vedere un film polacco. o russo.
io me la sono goduta tutta.
e poi la scena finale da sola vale un viaggio su dagobah.
tiè.

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