lunedì 3 settembre 2012

ferie (decisamente) finite

non so perché ma quando sento il nome "poppea" a me vengono in mente i film trash anni '70-'80 con la fenech e alvaro vitali e mi immagino bagni di latte d'asina con improbabili dame di compagnia in abiti che definire succinti è oltremodo ottimistico.
e invece viene fuori che la poppea dei giorni nostri non è altro che una vagonata di pioggia, un po' (un bel po') di vento freddo e qualche tacca in meno sul termometro.
mala tempora currunt...
ma non tutto il male vien per nuocere (come del resto non tutto il sale vien per cuocere): poppea mi ha dato una mano a capire che le vacanze sono effettivamente finite e che bisogna voltare pagina.
dopo 4 settimane di scialo totale non è facile, ma bisogna provarci, magari iniziando col mettere ordine tra i ricordi.
al mare ci siamo portati un po' di lavoro, e ci siamo concessi un relax quasi totale. giusto qualche partita di pinch-vollying al mattino prima della canicola vera e propria. ma non è stata la nostra vera vacanza. per quella ci siamo spostati in svizzera, dove lo jungfrau ci ha accolto con una pioggia torrenziale. giusto il tempo di montare la tenda (per fortuna) e poi ci si è rovesciato addosso un vero e proprio monsone che per un giorno e mezzo ha messo a durissima prova le giacche antipioggia e l'efficienza dell'essiccatoio del campeggio.
tornato il sole abbiamo iniziato i nostri pellegrinaggi per le alpi svizzere, scoprendo che sono ormai preda del turismo di massa orientale (cinesi e coreani in testa, ma anche un sacco di indiani) e che gran parte dei sentieri sono frequentati da gente chiassosa e irrispettosa che sporca, strilla e spinge come se fosse all'apertura della stagione dei saldi.
per dire: in cima allo jungfrau, dove speravamo di mangiare sano cibo ipercalorico da rifugio di montagna, abbiamo dovuto ripiegare sui dei noodles coreani, visto che l'alternativa era il "bollywood restaurant with indian buffet". raccapricciante.
ci siamo comunque goduti il paesaggio (stupendo) e la natura.
abbiamo scoperto che nell'animo del caponano alberga un novello savonarola ("guardate, quel signore ha saltato la fila, bisognerebbe sgridarlo", "ma senti questi quanto chiasso fanno, è un'indecenza", "ti pare possibile che qui costi tutto così caro? è una vergogna! uno scandalo!"); abbiamo lasciato svariati strati di epidermide sull'asfalto del campeggio; imparato che mia moglie sotto il ginocchio ha un muscolo che si chiama peroneo e che se uno, tipo, non fa sport per un sacco di tempo allora in discesa fa maaaaaale; abbiamo seppellito i miei vecchi scarponi da montagna ai piedi di jungrafu, monch e eiger (mica caccola); siamo stati in un ristorante girevole a tremila metri e abbiamo scoperto che camminare in discesa è fatica ("insomma, ci portate sempre in discesa, siamo stanchi, ci fanno male i piedi!!!) ma in salita è peggio ("e noi dovremmo arrivare fino a li? ma voi siete matti!! io resto qui... io invece prendo una funivia... mi si è slacciata una scarpa... aspettateeeeee!!").
sono state vacanze riposanti, rinfrescanti (in tutti i sensi, visti i sei gradi centigradi che ci salutavano ogni mattina) e tonificanti.
e adesso siamo alle prese con le ansie da "ricomincio", tra chi deve riprendere la scuola, chi deve passare dalle elementari alle medie, e chi non si rassegna al fatto di non poter ripartire domani con tutto il carico di tende, lettini, bagagli, monopattini, bici, giochi e vestiti per ogni tempo... e la netta sensazione che tutti ci guardino come fossimo un carrozzone del circo barnum.
e che bello.

Nessun commento: