sabato 29 settembre 2012

bella storia - il perché di uno scherzo riuscito

se andate a curiosare da queste parti trovate un articolo proprio divertente. 
per i non appassionati di rugby, faccio qualche passo indietro. richie mccaw è il capitano degli all blacks, nazionale neozelandese campione del mondo. 
un mito nel mondo della palla ovale.
mccaw di recente ha annunciato di volersi prendere un periodo sabbatico. ovviamente tutti hanno iniziato a chiedersi che cosa avrebbe fatto nei sei mesi che ha pensato di concedersi, ma fino ad ora silenzio stampa.
due loschi figuri che chiameremo "quadro" e "ciccio" (principalmente perché si chiamano così) hanno pensato di sfruttare questo silenzio per scrivere un articolo-burla in cui annunciavano la venuta di mccaw al cernusco.
nel giro di pochi minuti si è scatenato su facebook un tam-tam incredibile dove ai molti che rilanciavano il link per quello che era (ossia uno scherzo da schiantarsi), si aggiungevano alcuni che lo prendevano come notizia seria.
io, che mi sono trovato in mezzo a questa cosa per puro caso essendo solo uno dei tanti che ha fatto rimbalzare il link il più possibile, ho ricevuto qualche messaggio che chiedeva se ci fossero già delle date previste, se mccaw fosse disposto a rilasciare interviste, se si potessero avere i nomi degli sponsor che avevano sostenuto l'iniziativa...
sul momento mi sono stupito di quella che ho scambiato per creduloneria.
poi ho capito.
e mi sono reso conto che non è stata l'ingenuità a spingere alcuni siti (anche blasonati) a prendere lucciole per lanterne, ma la conoscenza ed il rispetto per questo sport bellissimo.
mi spiego con un esempio: se avessero scritto che balottelli aveva firmato con la ternana, che alonso voleva fare una stagione nei kart o che valentino rossi sarebbe tornato in 125 non ci avrebbe creduto nessuno.
e invece mccaw al cernusco è credibile.
perché nel rugby queste cose succedono, perché è uno sport che ha dei valori sani, e che spinge i campioni a restare con i piedi per terra. a non dimenticare che hanno cominciato tutti da una squadra sconosciuta su un campo dove non pianteresti nemmeno le patate.
chi ha scritto l'articolo ha fatto di tutto per far capire che era solo uno scherzo, ma chi lo ha preso per buono non ha certo peccato di creduloneria: ha dimostrato, se ancora ce ne fosse bisogno, che esistono degli sport dove non contano solo gli ingaggi, gli sponsor, le fidanzate-veline e le feste in discoteca. e che per fortuna il rugby è tra questi.
...e allora grazie a tutti, per la bella lezione di etica sportiva.

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