mercoledì 8 febbraio 2012

come bravi ragazzi

perché alla fine questo siamo. ok, forse come ragazzi saremo un po' attempati, lo ammetto. ma sul bravi non si discute.
altrimenti non si spiegherebbero serate come quella di ieri.
neve ancora alta, che non accenna a sciogliersi per via del freddo. termometro abbondantemente sotto lo zero. verso le otto di sera iniziamo ad arrivare al campo alla spicciolata. i più assennati decidono di lasciare la borsa coi "ferri del mestiere" in macchina, sperando che la ragione prevalga.
e invece, alle otto e un quarto, puntuali come le tasse, entriamo nello spogliatoio per cambiarci.
"coach facciamo giusto qualche corsetta lungo il naviglio, vero? mettiamo le scarpe da tennis, vero?"
silenzio del coach. sguardo da spaghetti western.
"te mettiti i tacchetti e non rompere i coglioni"
ristabilite le gerarchie, la squadra obbedisce in silenzio.
usciamo dai +30 dello spogliatoio ai -4 esterni, avvertendo quel vago formicolio agli arti tipico di uno shock termico di media entità. l'aria fredda brucia un po' in gola, ma siamo dei bravi ragazzi decisi a fare il proprio dovere.
seguono momenti memorabili di scatti nella neve, flessioni di punizione ad ogni passaggio mancato (con l'aggravante che dopo ogni serie di flessioni le mani erano sempre meno sensibili ed aumentava il rischio di sbagliare i passaggi, per la gioia di tutti) e immancabile partitella al tocco.
quando il coach decide che ci siamo guadagnati la pappa, ci spedisce sotto la doccia. in pochi minuti siamo asciutti, calzati e vestiti e corriamo "chez le president" a sbafarci un misto di salumi al tagliere, trippa, stracotto d'asina, polenta, vino, caffè e ammazzacaffè. per reintegrare. non so bene che cosa dovessimo reintegrare ma sono certo che lo abbiamo reintegrato.
da qualche parte in rete dovrebbero esserci anche delle foto dell'allenamento e della mangianza. potrebbero fare la loro comparsa qui, ma a tempo debito. 
intanto archiviamo anche questa serata.
felici di esserci allenati comunque nonostante il freddo e la neve, in vista della partita di sabato 18.
felici per la cena-premio che ci siamo concessi.
divertiti dalle cavolate che ci siamo raccontati durante tutta la cena.
e prima di mezzanotte eravamo tutti a nanna. proprio come dei bravi ragazzi.
oggi in pausa pranzo descrivevo la serata ad un collega israeliano. lui ha ascoltato in silenzio e poi ha sentenziato, lapidario, "scusa ma non fai prima ad arruolarti nelle forze speciali? almeno ti pagano".
he has a point.

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