mercoledì 3 agosto 2011

conoscenze occasionali

vado a pranzo da mia moglie. parcheggio la bici sotto il suo ufficio. arrivano i suoi colleghi. dopo 15 secondi la bici è padrona assoluta della scena, coi colleghi di mia moglie che mi tempestano di domande: ma come freni? ma sei comodo? ma i copertoni non sono troppo sottili per la città? ma ti trovi bene? e in discesa? e in salita?
mangiamo e mentre rispondo alle domande vedo (nell'ordine) un altro ciclista, due guardie giurate e uno dei baristi che si alternano a guardare la bici opportunamente legata al palo.
a fine pranzo vengo anche invitato a dimostrare una partenza e un arresto.
dissolvenza.
sto pedalando tranquillo a zonzo e decido di seguire la ciclabile che porta da milano a cernusco, seguendo tutto il naviglio della martesana. all'altezza di viale padova sento un ciclista che si avvicina e con un "ciao, scusa ti posso fare una domanda?" inizia a chiedermi dello scatto fisso e di come mi trovo. continuiamo a chiacchierare per i successivi nove km raccontandoci le rispettive vite. arriviamo a destinazione e ci salutiamo come due che si conoscono dai tempi dei boy scout.
altra dissolvenza.
esterno bar. dopo colazione, io ed elena siamo comodamente seduti. lei fuma, io parlo. si avvicina un tizio che inizia a guardare la bici, mi fa mille domande. elena parte per l'ufficio. io mi trattengo a parlare di guarniture, telai, rapporti, manubri.
onestamente non pensavo ci potesse essere tanta passione attorno alle bici a scatto fisso, ma evidentemente come molte delle scelte che compiamo senza una solida motivazione razionale, l'acquisto di queste bici scatena qualcosa di fanciullesco e primordiale. qualcosa di irrazionale, passionale e travolgente.
che dire. maurizio, se sei in ascolto non ti dare per vinto. a 42 anni sei ancora in corsa per il primo figlio, e non mollare i tuoi giri domenicali in bici.
massimiliano, spero ci si veda una di queste sere alle vostre sessioni di raw training.
buona bici gente, buona bici.

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