giovedì 5 maggio 2011

serata domestica

rientro in casa con l'idea fissa di andare in palestra. è tutto il giorno che non penso ad altro. ho bisogno di sfogarmi un po' altrimenti do fuori di matto.
apro la porta e vengo travolto dai nani. baci, abbracci e il solito rito del racconto della giornata scolastica. tutti e tre contemporaneamente che cercano di superarsi in volume.
il caponano ha il libro in mano. dobbiamo ripassare storia, dice.
penso: io con la storia credevo di aver chiuso quando ho dato l'esame di storia delle relazioni internazionali con sergio romano (mica caccola!) ma mi tengo per me il pensiero.
cerco di togliermi almeno le scarpe, ma fallisco miseramente. mi accontento di mollare a terra lo zaino con dentro pc e compagnia bella. i nonnisitter mi chiedono consigli su un nuovo pc che devono comprare (siamo nell'era dei nonni tecnologici, che vi credete) mi relazionano sui guai della mia macchina che loro hanno in affido temporaneo e sul mondo in generale. io intanto affetto capocollo, coi nani che si strafogano in attesa della cena. inizio a preparare la cena, mi siedo col caponano a destra e il nonnositter a sinistra. uno vuole ripassare gli egizi, l'altro mi chiede se il processore core i3 sia meglio del core-duo e perché. cerco di dar retta ad entrambi. bolle l'acqua. scelgo la pasta. i nonnisitter salutano con la promessa di aggiornamenti via email. il caponano capisce di avere campo libero e in poche battute mi sciorina civiltà egizia, cretese, micenea e fenicia. scolo la pasta e affetto il secondo vassoio di capocollo. guardo il cellulare per vedere l'ora e scopro di aver perso due chiamate e di avere un messaggio in segreteria e svariate mail di lavoro. metto via tutto. entra in scena mia moglie. "uh che buono il capocollo" i nani sentono "capocollo" e si rifiondano in cucina. sparisce il secondo vassoio e mentre affetto (e tre) tutti apparecchiano, si lavano le mani e ci sediamo a tavola.
mangiamo. il caponano a metà cena si lamenta "ma in questa famiglia non si guarda mai il telegiornale?"
"..."
accendiamo la tv. tutti smettono di parlare per trenta secondi e poi cominciano a fare domande a raffica su tutti gli scampoli di notizia che riescono ad afferrare in mezzo al frastuono di domande degli altri che a loro volta... avete capito, dai.
fine cena. tiro il fiato. i nani sparecchiano. supervisiono. lavastoviglie. elena si sta per addormentare sul divano. finalmente riesco a togliermi le scarpe.
"amore ma tu stasera non volevi andare in palestra"
mi blocco coi lacci ancora tra le mani
"...non so come sia potuto succedere, ma me ne sono dimenticato"

2 commenti:

Tobacco ha detto...

Io ho solo una nana, ma è come se ne avessi mille... ti capisco.
Lavorassi vicino a casa... mannaggia!

filippo ha detto...

:)
io ho lavorato in casa per un po' e in effetti si sta molto meglio. peccato che pochissime aziende te lo permettano. peccato davvero.