ieri sera parlavo con una vecchia amica (non nel senso che ci conosciamo da tanti anni, ma proprio nel senso che lei è vecchia ma così vecchia che quando fa le gare di triathlon deve usare il deambulatore anche per la prova di nuoto) di argomenti frivoli tipo: cosa fai nel uichend, come vanno le cose, esiste la vita oltre la morte... quando ho capito una cosa importante.
mi spiego con un esempio.
scena: treno di pendolari.
all'improvviso salta su un terrorista imbottito di tritolo che decide di dirottare il treno per farlo schiantare contro il duomo di milano.
a questo punto si creano 4 gruppi distinti tra i passeggeri.
i credenti sono tranquilli perché sanno che c'è una vita oltre la morte e che stanno per andare in paradiso (se cattolici) o a un banchetto a base di carne di maiale (se ebrei).
gli atei sono tranquilli perché sanno che non c'è nulla oltre la morte e quindi stanno per porre fine a tutte le loro pene terrene, non ultima la vista degli ebrei che annusano la mortadella di nascosto.
quelli sani di mente sono tranquilli perché sanno che non ci sono binari che arrivano in piazza duomo e che quindi il terrorista in questione non è un fulmine di guerra.
io vengo preso dal panico.
essere agnostico è uno svantaggio. mentre tutti si crogiolano nelle proprie certezze, tu te ne devi stare li a pensare, rimuginare, ponderare, soppesare....
essere agnostico è come andare in giro in moto senza RC. tecnicamente si può fare ma se ti succede un incidente qualsiasi sono cazzi amarissimi perché paghi di tasca tua e non c'è nessuno che ti pari il culo.
la differenza è che se sei senza RC, basta che chiami una qualsiasi compagnia di assicurazione e in poche ore ti sei messo a posto.
e io invece? come la mettiamo col fatto che sono le 4.35 e me ne sto qui a rimuginare, ponderare e soppesare per cercare una soluzione ad un problema insolvibile.
non mi resta che ringraziare questa vecchissima amica per il tarlo che mi ha ficcato nel cervello andando a scrivere il suo numero di cellulare in qualche stazione di servizio.
buona notte a chi riesce a dormire.
5 commenti:
A: Non commento ma, con la sola introduzione, ti sei guadagnato il diritto ad una sfida per gara "olimpica" di triathlon, possibilmente su percorso collinare, poi parliamo di vecchi ........ AAAARRRGGHHHHHH (Il guaio è che hai ragione!)
B: Alla prossima cena alla Road House (ho detto prossima e non ultima) PAGHI DA BERE, ECCOME SE PAGHI. Anzi siete tutti invitati.....
C: La colpa dell'insonnia è solo tua; evitare le domande/non domande no eh???
:-)))
Non serve che mi firmi vero?
PS: Se suona il telefono con insistenza so chi ringraziare....
ora capisco il mio non capire che una risposta non ci sarà...
...che la risposta sull'avvenire è in una voce che chiederà...
(e qui mi fermo per non incappare nelle ire degli dei dello spelling)
pare che si scriva cosi: shomér ma mi llailah
sono i versetti 11 e 12 del capitolo 21 del libro di Isaia
che in latino suonano cosi
onus Duma ad me clamat ex Seir custos quid de nocte custos quid de nocte
dixit custos venit mane et nox si quaeritis quaerite convertimini venite
ah, le cose che si trovano su internet!
l'ho visto scritto in un sacco di modi diversi. è (mi dicono) in verso del Talmud. e in ebraico (pare) significhi: guardiano chi c'è nella notte?
ma altri (sembra) ritengono si debba tradurre: il guardiano della notte.
più che da internet queste nozioni senza valore arrivano da anni e anni di appassionato guccinismo, poi sbiadito col passare del tempo e con la deriva rancorosa e biliosa del nostro che non incide più dischi come "opera buffa" ma si è invece dato alla satira politica con risvolti amarognoli ed è passato dai (buoni) romanzi autobiografici a (discutibili) libri di semi-denuncia politica.
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